Come certificato da Covip, da tempo i comparti garantiti ottengono rendimenti modesti e inferiori alla rivalutazione del Tfr: la forte componente obbligazionaria governativa nei portafogli (impattata per anni dal basso livello dei tassi di interesse) e, in misura minore, l’elevato costo delle garanzie offerte sono state le cause principali che hanno concorso alla riduzione dei rendimenti.

Durante la stagione dei tassi negativi, i Fondi Pensione Negoziali spesso non sono riusciti a rinnovare le convenzioni precedentemente stipulate a causa del mancato interesse da parte dei gestori a partecipare al processo di selezione e quando ciò è stato possibile le gare si sono concluse con l’ottenimento di garanzie di restituzione del capitale inferiori al 100%.

È andata meglio ad altri investitori istituzionali che hanno accesso alle gestioni assicurative che possono far leva su una maggiore flessibilità nella gestione potendo contabilizzare a costo storico.  Questa disparità, derivante da una previsione del Dlgs. 252/05, è un vero e proprio svantaggio competitivo a danno dei Fondi Pensione Negoziali.

Con la progressiva normalizzazione del mercato dei tassi, è ritornato l’interesse dei gestori, le garanzie offerte sono migliorate e i rendimenti hanno sovraperformato la rivalutazione del TFR. 

Tuttavia, la linea di investimento dei comparti garantiti è tutt’ora molto concentrata sulla componente obbligazionaria. permane, quindi, l’esigenza di ricercare nuove vie per migliorare il profilo di rischio/rendimento dei comparti garantiti utilizzando le leve della diversificazione nell’allocazione degli investimenti e della decorrelazione degli asset in portafoglio.

Alla luce dell’esperienza condotta sul mandato di Private Debt (Progetto Zefiro) del comparto Bilanciato dove è stato inserito in portafoglio un fondo semiliquido, il Fondo Pegaso ha avviato una riflessione, avvalendosi del supporto di Prometeia Advisor Sim, sull’eventualità di inserire nell’asset allocation del comparto garantito questa tipologia di asset alternativi.

Questa idea, che poteva apparire come un azzardo per un comparto garantito, partiva dalla constatazione che queste asset class sono già presenti da tempo nelle gestioni separate delle Compagnie di Assicurazione. Non solo, l’adozione di alcuni accorgimenti avrebbe potuto mitigare i rischi, accrescere le opportunità  e gli elementi di interesse a valere per entrambe le parti e, soprattutto, a beneficio degli aderenti al comparto. Tra questi:

  1. L’allungamento della durata della Convenzione che permette al Fondo mettere al sicuro le garanzie per un tempo più lungo e al gestore di assicurarsi l’estensione della durata del mandato e facilitare l’investimento in Private Assets;
  2. L’impiego di Fondi Alternativi “semiliquidi” noti per la mitigazione dei rischi tipici dei mercati privati e particolarmente adatti per una gestione con garanzia. Infatti, prevedono, un’ampia diversificazione degli attivi in portafoglio, la facoltà di uscita anticipata da parte degli investitori al valore dell’ultimo NAV certificato e assicurano un impiego pressoché immediato dei capitali con conseguente partecipazione ai risultati finanziari e minimizzazione della J curve;
  3. Il contributo alla maggiore stabilizzazione della performance e al miglioramento del profilo di rischio-rendimento del comparto, in quanto tali strumenti hanno una volatilità molto contenuta;

A seguito di queste valutazioni, il Fondo ha richiesto un confronto col gestore Unipol Assicurazioni che ha dichiarato fin da subito la propria disponibilità per un approfondimento. Le strategie asset class ritenute maggiormente interessanti sono state quelle del  Private Equity, che possono dare un pick up di rendimento consistente a fronte di una volatilità comunque contenuta e le strategie infrastrutturali che danno maggiore stabilità al portafoglio e un ritorno in parte generato da yield dei sottostanti.

Da qui l’idea di inserire nell’ AAS del comparto una quota compresa tra un minimo del 5% fino ad un massimo del 10% di Fondi semiliquidi ripartita in parti uguali tra Private Equity e Infrastrutture.    Fondamentale sia per costruire portafogli efficienti ed in parte autoliquidanti che per garantire un’adeguata qualità del sottostante è stata la scelta di privilegiare Manager globali con maggiore esperienza nelle strategie di secondario e di co-investimento su Private Equity e Infrastructure.  

L’impatto di tale strategia, secondo una prima analisi indicativa e nell’ipotesi di una esposizione media del  5% in fondi semiliquidi, potrebbe comportare un incremento della redditività attesa del comparto di circa 40-45 basis points annuali a fronte di una volatilità pressoché invariata e di un incremento contenuto della commissione di gestione.

Condivisa, quindi,  la proposta tecnica di revisione delle linee di indirizzo della gestione finanziaria del comparto, il confronto si è spostato sugli aspetti contrattuali.   In data 18 settembre 2025,il Fondo ha deliberato l’Accordo di modifica della Convenzione di gestione che avrà decorrenza dal 1° ottobre 2025.

Riteniamo che questa proposta, unitamente alla positiva evoluzione del mercato dei tassi  possa contribuire a ridare credibilità alle linee garantite  che si confrontano con la rivalutazione del TFR   e, anche per questa ragione, costituire un elemento di interesse per l’intero sistema dei fondi pensione.

Nota stampa