Nell’incontro svoltosi martedì 26 aprile, alla presenza della delegazione trattante, le controparti datoriali hanno illustrato la situazione di contesto in cui opera il settore e le sfide più importanti che andranno affrontate nei prossimi anni.

Per i dettagli di quanto illustratoci vi rimandiamo alle slide che ci hanno presentato e che alleghiamo al presente comunicato.

In estrema sintesi, risulta evidente che il settore dovrà affrontare una profonda trasformazione e innovazione per poter raggiungere gli sfidanti obiettivi che l’Europa e il nostro Paese si sono dati per rispondere alla crisi climatica globale e per affrancarsi dalla dipendenza degli idrocarburi e alla loro volatilità di prezzo che può produrre conseguenze drammatiche sul sistema produttivo e sulle bollette delle famiglie, come purtroppo sta avvenendo in questi mesi.

Questa trasformazione imporrà, da oggi al 2030, investimenti per oltre 100 miliardi di euro e dovrebbe produrre 90000 nuovi occupati, sempre secondo gli scenari presentatici dalle controparti, nel solo settore elettrico.

La parte del leone la faranno l’installazione di nuova potenza rinnovabile (eolico e fotovoltaico) e il potenziamento e la digitalizzazione delle reti di trasmissione e distribuzione.

L’obiettivo di portare da qui al 2030 l’attuale potenza FER installata da 58 gW a 128 gW, anche se permane, a nostro giudizio, una colpevole sottovalutazione del contributo che le FER tradizionali possono dare a questi target, da l’idea della portata straordinaria di questa operazione.

A complicare il percorso non vi è solo il tema della complessità e incertezza degli iter autorizzativi, problema annoso del nostro paese, ma anche il reperimento di materie prime e tecnologie e soprattutto di manodopera qualificata.

Il quadro degli addetti del settore presentato dalle Associazioni Datoriali mostra un’inversione di tendenza sulle consistenze, aumentate di oltre 1000 addetti dall’ultimo rinnovo, nonostante gli importanti interventi di turn-over e seguiti in molte aziende del settore.

Ricambio generazionale che ha consentito di ridurre l’età e l’anzianità media degli addetti senza pregiudicare l’inquadramento medio che, anzi, grazie alla contrattazione aziendale è cresciuto ulteriormente.

Rispetto al quadro di contesto che ci è stato illustrato, riteniamo che la piattaforma per il rinnovo contrattuale che abbiamo assieme costruito e approvato contenga gli strumenti indispensabili per gestire la fase straordinaria che ci apprestiamo ad affrontare.

Per governare questa transizione in modo equo e solidale occorre:

Proteggere i lavoratori che dovranno, nel tempo, abbandonare le attività interessate da Phase-out; formare in modo permanente tutti gli addetti per dotarli della necessaria fungibilità che l’evolvere delle tecnologie richiederà; reclutare  uno straordinario numero di nuove risorse per far fronte agli straordinari impegni a cui il settore dovrà rispondere e occorrono, quindi, condizioni di ingaggio più favorevoli e incentivanti a percorsi professionali fidelizzanti; partecipare in modo attivo e propositivo alle scelte che ogni azienda dovrà compiere in un quadro di sistema che, lo ricordiamo, vede anche un sistema di incentivazioni comunitario; retribuire adeguatamente le lavoratrici e i lavoratori, che saranno i protagonisti di questo cambiamento in un quadro economico non certo sereno, contrassegnato da dinamiche inflattive e produttive di difficile controllo, che impongono a tutti scelte coraggiose e senso di responsabilità che noi riteniamo di aver fatto con la richiesta in piattaforma;

rinnovare il contratto nazionale entro l’estate: su questo per il momento sembriamo essere tutti d’accordo.

La trattativa proseguirà nelle prossime settimane (16 e 24 maggio, 6 e 14 giugno) con diversi momenti di approfondimento sui vari temi a livello di segreterie nazionali per poi entrare nel vivo della trattativa in plenaria.

Comunicato Filctem, Flei, Uiltec 

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