“La recente scelta di Eni di chiudere le attività dell’impianto cracking di Porto Marghera rischia di compromettere le linee di produzione della chimica di base, che ormai in Italia sono quasi esclusivamente di Eni. È per questo che chiediamo un incontro urgente, che abbia al centro non solo le vicende di Eni/Versalis ma il tema della chimica nazionale”. Lo scrivono i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in una lettera indirizzata ai ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

“Eni - spiegano i segretari generali Falcinelli, Garofalo e Pirani – ha giustificato la scelta di chiudere Porto Marghera con la volontà di migrare i suoi interessi verso la più innovativa chimica delle biomasse, del riciclo, della transizione energetica. Se questo fosse il solo indirizzo strategico da realizzare noi condivideremmo in pieno questo nuovo corso, e ne vorremmo essere parte attiva. Ma la vicenda è più complessa, e bisogna ascoltare anche la voce dei lavoratori di un intero comparto, quello delle seconde lavorazioni plastiche, che nel tempo ha già perso la grande chimica del cloro e del pvc. I grandi petrolchimici di questo Paese – scrivono i sindacati - dal quadrilatero padano fino a Brindisi, piuttosto che Siracusa o Sassari, temono che quanto sta succedendo nel processo di trasformazione in atto nel gruppo Eni possa rappresentare la scelta, per noi imperdonabile, di uscire da un settore che ci ha sempre visto come uno dei maggiori player al mondo”.

I sindacati concludono la lettera ai ministri Giorgetti e Cingolani chiedendo loro di poter “argomentare le nostre preoccupazioni per individuare ogni possibile percorso rafforzi i nostri reciproci interessi”.

Di seguito anche una nota sindacale di Filctem Cgil, Femca Cisl, uiltec Uil che sintetizza l'incontro avuto con l'azienda Versalis, sempre il 9 aprole scorso,

Comunicato Sindacale. A seguito della richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali, il giorno 9 Aprile si è tenuto un incontro tra le Segreterie Generali con le Segreterie Territoriali di Filctem, Femca, Uiltec e la società Versalis, presente l’Amministratore delegato Dott. Alfani. L’incontro - prosegue il comunicato - aveva la finalità di chiarire le reali volontà di Eni nei confronti del futuro della chimica, in relazione all’annunciata nuova strategia industriale che punta ad importanti obiettivi di decarbonizzazione delle produzioni e conseguentemente a trasformare gli asset in favore dell’utilizzo di fonti rinnovabili in un contesto di economia circolare.Nella presentazione l’A.D. di Eni Versalis ha dichiarato che non c’è da parte di Eni alcuna volontà di abbandonare la chimica di base, ma l’obiettivo è quello di renderla sempre più specialistica, aumentare la catena del valore per garantire una marginalità più elevata e subire una minore volatilità dei mercati.


Contemporaneamente a questo, nell’ambito del processo di decarbonizzazione, proseguire negli investimenti sia tecnologici che di prodotti per la crescita della chimica da fonti rinnovabili e per il riciclo della plastica e della gomma.
Come sindacati abbiamo espresso piena condivisione verso gli obiettivi di decarbonizzazione, essenziali se si vuole garantire un futuro al nostro sistema industriale. Ma contemporaneamente riteniamo che il processo di trasformazione che l’obiettivo impone, debba essere perseguito attraverso una giusta transizione, che richiede tempi e modalità coerenti e condivise, come inoltre è stato sancito nel recente protocollo di Relazioni Industriali sottoscritto con Eni che ad oggi purtroppo vediamo inapplicato.
Il radicale processo di trasformazione che si prospetta, avrà un forte impatto sul nostro sistema produttivo che se non adeguatamente governato nella transizione, che deve tenere conto della realtà da cui partiamo, e senza che contemporaneamente si creino le necessarie condizioni di sviluppo alternativo, potrebbe diventare un elemento distruttivo per il sistema produttivo e per l’occupazione.
Per queste ragioni abbiamo dichiarato la forte contrarietà e preoccupazione per l’annuncio di Eni di chiudere l’impianto craking di Marghera. Scelta che però continuiamo a considerare sbagliata e da contrastare e che potrebbe avere forti ripercussioni non solo sulle produzioni della chimica di base ma anche sull’intera filiera produttiva alimentata da queste produzioni, indispensabile per il Paese.
Forti preoccupazioni sono arrivate in tal senso da tutti quei siti interconnessi e interdipendenti con lo stabilimento Veneziano.
L’incontro si è concluso concordando che questo momento non poteva essere la fine, ma l’inizio di un percorso di confronto da proseguirsi nel merito delle scelte e delle tempistiche annunciate.
È evidente - conclude la nota - che nell’attuale contesto questi temi assumono una imprescindibile valenza politica che ha portato i Segretari Generali di Filctem, Femca e Uiltec a chiedere un incontro sia al ministro dello Sviluppo Economico che al ministro della Transizione Ecologica. Vogliamo esprimere le nostre preoccupazioni sulle vicende veneziane e ricordare al Governo che un Paese senza le produzioni chimiche primarie non ha concretezza industriale. Sarà quindi necessario individuare percorsi che consentano di delineare una risposta positiva ai processi di trasformazione in atto.

Comunicato stampa   Nota sindacale Filctem, Femca, Uiltec

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