Si è svolto venerdì 10 dicembre, lo sciopero nazionale e il presidio, davanti il ministero dello Sviluppo Economico, dei lavoratori della Sanac.  “Mobilitazione resasi necessaria a seguito delle mancate risposte da parte del MiSE in merito alle istanze poste durante l’ultimo incontro del 23 novembre scorso”: hanno spiegato le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in un comunicato stampa che ha lanciato lo sciopero.

“Come ribadito nell’ultimo incontro – hanno proseguito i sindacati -, il perdurare della mancanza degli ordinativi da parte di Acciaierie d’Italia determinerà nelle prossime settimane un forte incremento di lavoratori in Cassa Integrazione Straordinaria, ma soprattutto metterà a rischio sopravvivenza l’intera struttura odierna di Sanac, con i suoi 335 lavoratori dei 4 stabilimenti di Massa, di Vado Ligure, di Assemini Grogastu e di Gattinara”.

“È necessario che le istituzioni facciano la loro parte, e si assumano la responsabilità di questa realtà industriale necessaria alla stessa operatività degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia. Altrimenti il rischio concreto è che venga meno un altro pezzo di tessuto industriale direttamente connesso alla siderurgia italiana, farne a meno sarebbe un segnale negativo, l’ennesimo, sugli interessi che questo Governo ha verso un tipo di industria che ha scritto la storia dell’economia produttiva italiana”. Così hanno concluso le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec.

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