Settore della Moda. Il 26 maggio scorso il Coordinamento Sindacale nazionale Filctem Cgil- Femca Cisl- Uiltec Uil ha infatti proclamato lo stato di agitazione nel Gruppo Valentino e una campagna di assemblee/sciopero su tutto il territorio nazionale entro le prossime due settimane. Le modalità dello sciopero/assemblea saranno decise sito per sito, spiegano i sindacati in una nota.
Questa dura decisione si è resa necessaria per le seguenti ragioni, il coordinamento:
- manifesta indignazione, rabbia e contrarietà nei confronti della scelta aziendale di chiudere il sito di Valentino Polar di Piotello (MI), esprime quindi solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici coinvolti chiedendo all’azienda di ripensare la propria scelta a tutela delle 43 famiglie interessate;
- esprime inoltre dubbi e incomprensione per l’annunciata chiusura della Linea Valentino RED entro il 2023, con già dichiarati 117 esuberi distribuiti su più siti italiani;
- condanna la gestione delle relazioni industriali fin qui adottate dalla nuova Direzione Risorse Umane improntate, a differenza del passato, alla comunicazione di scelte unilaterali anziché alla costruzione di relazioni basate sulla partecipazione e collaborazione con le organizzazioni sindacali;
- ritiene grave, come già annunciato nel comunicato del 20 maggio 2021, la modalità comunicativa attuata dalla Direzione aziendale attraverso la videoconferenza rivolta ai lavoratori del giorno 19 maggio, durante la quale, la stessa trasferiva contenuti dell’incontro avuto con le OO.SS. nella mattinata del 18 a Milano in sede di Assolombarda, dandone una interpretazione assolutamente non veritiera ed insinuando una qualche condivisione con i Sindacati in merito alle recenti scelte aziendali. Al contrario, le Organizzazioni Sindacali confermano – conclude la nota -, senza paura di smentita, di aver ricevuto in maniera totalmente inaspettata la comunicazione delle nuove “strategie aziendali” in occasione dell’incontro citato, e, in quella stessa sede, di aver chiesto informazioni precise in merito al Piano Industriale e di aver sollecitato sulla necessità di mettere in atto una comunicazione adeguata alla gestione di quanto discusso, esplicitando che il trasferimento delle comunicazioni ai lavoratori sarebbe stata in capo al sindacato.
Entrambe le richieste, come dimostrano i fatti, disattese.