I fondi di categoria investono oltre 1 miliardo di euro nell’economia reale

Fonchim ha avviato, mediante una gara pubblica, la selezione di un gestore cui affidare un mandato per investire in Private Equity e Infrastrutture. I dettagli dell’investimento sono riportati nel bando di gara reperibile sul sito www.fonchim.it. La conclusione del processo di selezione e la conseguente assegnazione del mandato è attesa entro il primo trimestre 2024.

I mercati privati rappresentano un’ulteriore opportunità di diversificazione degli investimenti e delle fonti di rendimento. Essi si distinguono per una minore correlazione con le altre attività finanziarie quotate e contribuiscono a ridurre la volatilità degli investimenti. Nel 2022 i mercati privati hanno ottenuto performance positive mentre le obbligazioni e le azioni quotate hanno registrato ingenti perdite.

Tra le imprese non quotate, che sono la stragrande maggioranza delle imprese italiane, vi sono numerose eccellenze che rappresentano delle ottime opportunità di investimento. Investire in tali aziende significa, dunque, orientare maggiori risorse a sostegno della crescita del nostro sistema economico, dello sviluppo dell’occupazione e contribuire alla sostenibilità del sistema previdenziale del nostro paese.

L’investimento complessivo nei Private Markets da parte dei fondi di categoria ammonta a 1,096 miliardi di euro. Gli investimenti sono stati realizzati a partire dal 2020 principalmente attraverso 3 iniziative di mercato sviluppate in forma consortile tra i Fondi della categoria:

  1. Progetto Iride per un investimento di 216 milioni di euro nel segmenti meno rischiosi del Private Equity (azioni di piccole e medie imprese non quotate); nel 2023 l’investimento è stato incrementato di altri 150 milioni di euro;
  2. Progetto Zefiro per un investimento di 215 milioni di euro nel segmenti a rischio medio basso del Private Debt (credito a PMI non quotate);
  3. Progetto Infrastrutture Vesta per un ’investimento di 168 milioni di euro nel settore delle infrastrutture economiche e sociali;
Elementi distintivi di questi progetti sono stati:
  1. La forma consortile che, grazie al maggior Commitment (capitale da investire), ha consentito di ottenere i sottoelencati vantaggi:
    • una più ampia diversificazione in termini di numerosità di Fondi di investimento alternativi inseriti in portafoglio, (FIA), di gestori dei fondi medesimi (General Partner - acronimo GP) e di investimenti sottostanti (aziende). La maggiore diversificazione consente una riduzione dei rischi finanziari;
    • una riduzione dei livelli commissionali per la gestione del mandato;
    • il contenimento dei costi di progettazione, sviluppo, selezione del gestore (GEFIA) e di implementazione del mandato per singolo fondo;
  2. la gestione indiretta, ovvero mediante Convenzione con un GEFIA secondo il modello in uso presso i Fondi pensione negoziali. Tale modalità ha consentito:
    • di avvalersi della gestione professionale prestata dal GEFIA nel processo di selezione dei FIA (sourcing, screening e Due Diligence);
    • di ottenere sconti più elevati sulle fees di gestione dei FIA rispetto a quelli ottenibili dai fondi pensione, grazie al maggior potere negoziale del GEFIA che investe nel singolo FIA in nome e per conto di più investitori (allineamento degli interessi);
    • un accesso privilegiato al mercato primario e al mercato secondario dei FIA; quest’ultimo di fatto precluso ai singoli fondi pensione. L’accesso al mercato secondario permette di ridurre i tempi di impiego dei capitali velocizzando sia la fase di investimento che quella e di disinvestimento e redistribuzione dei capitali ai fondi pensione (deployement);
    • una ottimizzazione della gestione operativa potendo i fondi pensione relazionarsi con un unico soggetto gestore del mandato a fronte di una pluralità di FIA ( 48 FIA in portafoglio - relazione con 4 GEFIA).

Inoltre, i fondi pensione della categoria hanno investito complessivamente altri 62 milioni di euro, ripartiti tra un Fondo di Fondi (FoF) di Private Equity e un FoF di Private Debt, inclusi nel Progetto di sistema sviluppato da Assofondipensione e Cassa Depositi e Prestiti. Oltre al sopracitato investimento di Fonchim, altri investimenti sono stati effettuati in autonomia da Fopen e Fondenergia.

Le risorse sono investite prevalentemente nell’ Europa (circa 80%) e per la restante parte nel resto del mondo. La quota di investimenti in aziende residenti in Italia nel Private Equity (Iride) e Infrastrutture è pari a circa il 35%. Considerato che l’Italia pesa nell’indice azionario europeo per il 6,22% e per lo 0,63% nell’indice azionario mondiale, appare evidente il forte sovrappeso sull’Italia pur nel quadro della  necessaria diversificazione a livello europeo/globale per ridurre il rischio finanziario e assicurare una maggiore protezione del patrimonio degli aderenti. La quota Italia in Zefiro, attesa al 10-15 per cento, è più contenuta a causa dell’esiguità del mercato domestico del credito privato ancora quasi totalmente intermediato dalle banche.  A differenza delle azioni italiane quotate che sono poco presenti negli indici azionari e quindi nei   portafogli dei fondi pensione,  le obbligazioni italiane quotate (titoli di stato e societari) rappresentano circa il 20% del totale degli investimenti dei fondi pensione negoziali (dati Covip).

Ai progetti hanno partecipato i Fondi dei settori contrattuali organizzati dalla Filctem; le altre organizzazioni sindacali e le Federazioni di categoria datoriali. Condizione necessaria per il successo delle iniziative è stata la preventiva ampia condivisione degli obbiettivi, delle strategie d’investimento, della modalità di gestione indiretta prescelta, realizzatesi nel corso di un preventivo percorso comune e collegiale di avvicinamento alla tematica degli investimenti alternativi che ha coinvolto gli organi di amministrazione dei fondi della categoria.  

 


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