Quella del 30 giugno è stata una grande ed importante giornata di mobilitazione per le lavoratrici e i lavoratori del settore elettrico e del gas. L'adesione allo sciopero è stata di oltre il 90% dei lavoratori che hanno urlato dai presidi di tutta italia il loro no all'articolo 177 del codice degli Appalti che, se venisse applicato, significherebbe la destrutturazione di questi settori e di questi contratti, ma soprattutto la perdita di quasi 150 mila posti di lavoro. La manifestazione si è conclusa con l'intervento dal palco del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil

"Privatizzare ed esternalizzare non è la scelta giusta. Stiamo chiedendo l'abrogazione dell'articolo 177 del Codice degli appalti perché è una norma sbagliata", spiega parlando dal palco di piazza Santissimi Apostoli: "Si è andati avanti con le proroghe, ma non è sufficiente, questa norma del Codice va tolta. Esternalizzare queste attività significa aumentare i costi per lo Stato nella gestione di questi servizi, mettere a repentaglio l'occupazione di tante persone, mettere in discussione aziende che stanno funzionando e che hanno dimostrato la capacità di risolvere i problemi per cui sono nate".

 

Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil

“Voglio che sia chiaro perché siamo qui in questa calda mattina, chiediamo che l’articolo 177 del Codice degli Appalti venga cancellato. Non vogliamo proroghe, perché generano incertezze nei lavoratori, nel Paese e nelle imprese che utilizzano questa norma come alibi per non compiere gli investimenti necessari. Basta balbettare su questa norma, perché: o si è contro o sì e è complici della sua applicazione” queste le parole pronunciate da piazza Santi Apostoli da Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil, alla manifestazione.

“Il Paese deve affrontare scelte difficili nei prossimi anni – ha proseguito Falcinelli-, ma in questo modo non investe nei suoi settori strategici e rischia di abbatterli con provvedimenti legislativi autolesionisti. Come si può credere, infatti, che il settore della produzione elettrica o del gas possa funzionare meglio spezzettandolo in mille rivoli, magari con lavoro precario, sottopagato e senza diritti. Questa logica va combattuta. Sono settori questi – ha continuato - che rischiano d’essere destrutturati, settori di cui l’Italia non può fare a meno. Dal punto di vista industriale il Paese deve guardare al futuro se vogliamo pensare a un nuovo modello di sviluppo che sia migliore di quello che abbiamo avuto prima della pandemia”.

“Il Governo – ha fatto notare il Segretario Generale - deve cambiare l’impostazione mercatista che ha del Piano di Ripresa e Resilienza. Rischiamo l’affidamento al mercato delle attività strategiche se dovesse essere applicato l’articolo 177. È necessario invece guardare agli aspetti sociali ed industriali, i lavoratori di questi settori hanno mantenuto in piedi tutto il Sistema durante la pandemia. Ed oggi non possiamo pensare che, passata la paura e l’emergenza, sia possibile tornare a un modello di sviluppo sbagliato che affida al mercato le scelte nevralgiche e che ha visto i Governi assenti nelle scelte di politica industriale, questo non è più sostenibile”: ha concluso Falcinelli.

 

Judith Kirton-Darling, vice segretario generale di IndustriAll Europe 

"IndustriAll Europe e i suoi affiliati chiedono al governo e al Parlamento italiano di avviare un dialogo sociale costruttivo con i sindacati e rivedere l'articolo 177 al fine di salvaguardare i posti di lavoro qualificati e sicuri in gioco dal processo di ristrutturazione. Il governo italiano ha la responsabilità di garantire che nessun lavoratore sia lasciato indietro!"

Le Foto    Dichiarazione Landini (video)   Dichiarazione Falcinelli  (videoComunicato IndustriAll Europe Nota dei sindacati  Comunicato stampa Utilitalia ed Elettricità Futura I segretari generali scrivono a Strace (AD Enel)

 

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