Venerdì 9 febbraio si e concluso CON ESITO NEGATIVO l’incontro previsto dalla procedura di raffreddamento presso il Ministero del Lavoro.

“Enel – spiegano i sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil in un comunicato -  ha provato a respingere quanto da noi denunciato con una ‘narrazione’ che non ha tenuto in nessuna considerazione la realtà dei fatti, i problemi, il disagio e le difficolta che quotidianamente si vivono sui posti di lavoro. Questo discutibile atteggiamento ci ha permesso di svolgere finalmente ‘un’operazione verità’ davanti a tutti i Ministeri competenti (Lavoro e Politiche Sociali, Imprese e Made in Italy, Ambiente e Sicurezza Energetica). Abbiamo ribadito – continua la nota - l’inadeguatezza del nuovo piano industriale rispetto al ruolo di guida che Enel deve assumere per accompagnare una fase epocale di transizione energetica che vedrà il vettore elettrico diventare sempre più determinante”. Ricordiamo che Filctem, Flaei e Uiltec con questa vertenza non rivendicano aumenti economici (seppur legittimi considerato l’aumento dei prezzi al consumo ed i rilevanti ricavi del Gruppo), ma chiedono che l’Azienda si doti delle forze necessarie per concretizzare gli investimenti e raggiungere gli obiettivi necessari affinché il Paese rispetti gli impegni europei assunti.

“È paradossale – proseguono - che questa esigenza non sia prioritaria anche per Enel. Infatti, destinare anche solo il 2% degli investimenti a bilancio in nuove e consistenti assunzioni di personale impiegato, tecnico e operativo, permetterebbe di risolvere gran parte dei problemi organizzativi e delle inefficienze. Invece, questa Società , pur riconoscendo i problemi organizzativi presenti e in un contesto di sviluppo mai avuto prima, vuole addirittura risparmiare, ‘fare cassa’ peggiorando le condizioni economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori, ridimensionando lo smart working, esternalizzando attività esclusive con un potenziale rischio anche per la sicurezza dei lavoratori delle imprese appaltatrici. Addirittura, si rincorrono voci, mai smentite, di cessioni parziali di rete in Lombardia, per ora.
Questo piano industriale provoca pericolosi arretramenti in ogni ambito del Gruppo Enel in Italia: in Distribuzione, nella Generazione Rinnovabile (con la carenza di investimenti), nella Generazione Termica (con la rinuncia ad una presenza industriale in molti siti), nel Mercato ed Enel X (dove manca una visione di sviluppo dei perimetri di business) e nelle Aree di Staff (destinate anch’esse ad un ridimensionamento come le altre Aree di Business). Lo ribadiamo: questo e davvero inaccettabile e per questo dobbiamo reagire”.

“La grande campagna pubblica, anche sui Social, che tutti insieme stiamo conducendo, sta mettendo in forte agitazione l’Azienda e i suoi Responsabili. All’Enel diciamo infine che e inutile e vergognoso monitorare Lavoratrici e Lavoratori che pubblicano post o che li commentano, manifestando la loro opinione. Quando un’azienda lede le libertà personali, quell’azienda ha già perso. E inaccettabile che nel 2024 si pensi ancora a queste forme di controllo. In questo modo si perde totalmente la fiducia nella propria azienda: per sempre. Siamo convinti che la direzione intrapresa dall’Enel sia sbagliata e per questo diventa ineludibile una concreta inversione di rotta. Proclameremo lo sciopero di tutte le lavoratrici e i lavoratori di Enel. È il momento di reagire e ognuno con la propria azione, insieme agli altri, può contribuire al ripristino di un clima aziendale per costruire un futuro migliore”: conclude la nota.

Comunicato Filctem, Flaei, Uiltec 

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