di Lillo Oceano

Si è tenuta a Salonicco, il 31 maggio e il 1° giugno scorsi, la Conferenza di metà mandato di IndustriAll Europe. La Conferenza era stata decisa a giugno del 2021 durante il congresso della federazione, già rinviato l'anno precedente, e svolto in una inedita modalità da remoto, a causa della pandemia da Covid-19.

L'idea di un appuntamento di metà mandato è nata come esigenza di verificare il piano strategico della Federazione europea dell'industria alla luce dei cambiamenti non prevedibili che la pandemia stava causando nelle nostre vite e nel sistema produttivo mondiale. Così come all’epoca la pandemia era stata un evento totalmente inatteso, nessuno avrebbe potuto immaginare l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa e gli ulteriori stravolgimenti che avrebbe causato.

Nella prima parte del mandato congressuale, 2021-2023, l’azione di IndustriAll Europe, si è quindi dovuta misurare con uno scenario totalmente inedito di crisi economica, con l’interruzione delle attività produttive, e delle catene di fornitura, a causa della pandemia. E, subito dopo, con la crisi energetica e l’alta inflazione, iniziate in forma apparentemente lieve, come conseguenza della ripresa post-pandemica, ma acuite drammaticamente dalla guerra militare, ed anche energetica, condotta dalla Federazione Russa, la prima nei confronti dell’Ucraina, la seconda nei confronti dell’intera Europa.

La nuova agenda che ci siamo trovati ad affrontare come sindacato europeo dell’industria, così come sindacati nazionali, è stata quella delle transizioni digitale e green (con la svolta voluta dal Green Deal), della risposta della UE alla crisi economica, la guerra in Europa, la crisi energetica, l’alta inflazione e il rapido mutamento dello scenario geopolitico. Ma anche quella della preoccupante crescita di consenso in Europa, e non solo, dei movimenti populisti e dei partiti di estrema destra, con episodi particolarmente gravi come quello dell'attacco alla sede nazionale della Cgil il 9 ottobre 2021, in un clima generale di compressione dei diritti sindacali e del lavoro in numerosi paesi, fino ad arrivare, in alcuni casi, alle persecuzioni nei confronti dei sindacalisti.

Intervento del segretario, Sonia Tosoni

IndustriAll ha risposto in questi anni con piattaforme e posizioni chiare, connotate e autorevoli, con iniziative di pressione e di protesta sempre sostenute da un forte e diffuso consenso tra le affiliate. Ricordiamo le principali

Just transition

Sulla Just transition l’azione sindacale è stata costante ed incisiva sino alla stesura di un Manifesto sulla just transition, con la richiesta di regole e risorse capaci di sostenere un forte pilastro sociale di tutela dei lavoratori e di tutte le regioni europee.

La richiesta di politiche industriali in grado di affrontare le transizioni gemelle, sostenendo in egual misura la necessità delle industrie di significative innovazioni di processi e di prodotti, di formazione permanente dei lavoratori, di mantenimento di tessuti produttivi industriali innovati nei diversi territori dell'Unione. Il tutto, ovviamente, in un quadro di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Primo intervento del responsabile internazionale Filctem Cgil, Lillo Oceano

 
Politiche economiche dell'Unione europea

Sulle politiche economiche dell'Unione europea, la ferma richiesta di IAE è stata, e continua ad essere, di affrontare la crisi determinata dalla pandemia prima e dalla guerra poi, supportando il rilancio economico con investimenti, soprattutto a sostegno delle trasformazioni industriali e a sostegno dei lavoratori e delle famiglie attraverso misure sociali e attraverso la richiesta di politiche opposte a quelle ritenute sbagliate di austerità, sperimentante drammaticamente durante la crisi del 2007/2008.
Per queste ragioni IAE esprime una forte critica alla politica dei tassi attuata dalla BCE e, riconoscendo le pur timide modifiche rispetto al passato, esprime notevoli perplessità sulla proposta di riforma del patto di stabilità. Se queste scelte non saranno modificate, determineranno recessione economica e un depauperamento del sistema industriale con un conseguente impoverimento delle condizioni materiali dei lavoratori. Infine, costituiranno un ostacolo insormontabile al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Greed Deal.

Sulle Politiche salariali. Inflazione, dopo decenni di corsa al ribasso, la sua crescita esponenziale e la conseguente perdita di potere di acquisto delle retribuzioni hanno trovato l’immediata reazione di IAE. La rivendicazione di salari più alti, per recuperare la perdita del potere di acquisto ed arginare i maggiori costi dell'energia e di numerosi beni di prima necessità, è stata - negli ultimi 18 mesi - una forte richiesta  di IndustriAll che ha accompagnato e sostenuto le rivendicazioni e le mobilitazioni dei sindacati affiliati in tutta Europa, anche smontando e contestando in tutte le sedi, la narrazione per cui l'aumento dei salari avrebbe alimentato la spirale inflattiva, e dimostrando che sono gli alti profitti e i dividendi, al contrario, ad alimentare i tassi di inflazione nel continente.

Altro tema centrale nella attività della Federazione europea dell'industria è stato quello dell'upskilling e del reskilling delle competenze, condizione necessaria per poter realizzare la transizione e per garantire buoni posti di lavoro. La richiesta di Formazione continua, lungo il corso di tutta la vita lavorativa, costituisce il perno attorno al quale costruire le condizioni per garantire buona occupazione, buone retribuzioni, diritti contrattuali e sindacali, necessari per affrontare con successo la ambiziosa sfida del Green Deal.

Per IAE lo sviluppo della Contrattazione collettiva, del Dialogo Sociale e la richiesta di un coinvolgimento dei lavoratori e dei loro sindacati nelle scelte della transizione e delle trasformazioni industriali, rappresentano i punti di riferimento irrinunciabili per l’implementazione del Pilastro sociale europeo, spesso richiamato dalle Istituzioni della UE, ma non sempre coerentemente attuato. Per questa ragione IAE continua a rivendicare un quadro di regole vincolante, condizionalità obbligatorie ai finanziamenti pubblici della UE e degli Stati membri, e fondi specifici per la tutela dei lavoratori e dei territori più impattati dalla transizione.

La recente crisi energetica ha dimostrato tutti i limiti del sistema regolatorio del mercato dell’elettricità e come quelle regole non siano idonee a difendere lavoratori e imprese dalla crisi e dalle speculazioni che hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi e messo in difficoltà aziende e lavoratori che spesso non riescono ad arrivare alla fine del mese. La Commissione ha presentato una proposta di modifica del Mercato dell’elettricità.

Per IAE la proposta costituisce indubbiamente un avanzamento rispetto alla situazione attuale, ma le misure proposte sono troppo timide e rinunciano ad affrontare il tema centrale della rilevanza e centralità dell'energia elettrica nella transizione energetica. Inoltre, IAE ribadisce come, dopo la recente crisi, il dogma del mercato e della concorrenza nel settore dell’energia, rischi di non garantire più la quantità di energia necessaria, sicura ed economica, per le esigenze produttive e l’accesso all’energia da parte delle fasce più fragili della popolazione. E rischi di essere un ostacolo alla stessa transizione.
Anche l'obiettivo della autonomia strategica - eliminando l’eccessiva dipendenza da approvvigionamenti esterni all'Unione europea -, insieme agli ingenti investimenti pubblici di sostegno alla transizione ed alla rilevanza fondamentale della materia prima energia, pongono con forza il tema di una messa in discussione del sistema di libera concorrenza, con la necessità di affermare un controllo pubblico e la definizione di regole che rimettano l'interesse pubblico davanti alla mera logica dei dividendi azionari.

IndustriAll Europe considera indispensabile che la UE si doti di un piano di Politiche industriali europee coerenti col Green Deal e con gli ambiziosi obiettivi previsti dai numerosi provvedimenti adottati che fissano al 2050 l'obiettivo di zero emissioni nette di carbonio con tutte le tappe intermedie previste. Tale piano deve trovare anche le soluzioni necessarie ad affrontare le sfide di nuovi equilibri geopolitici ed economici che si prospettano. La forte richiesta è quella di misure che offrano un quadro legislativo chiaro, capace di individuare obiettivi, regole e risorse per raggiungere gli obiettivi climatici, salvaguardando il tessuto produttivo industriale e buoni posti di lavoro per l'Europa.

Nell’accettare la nuova affiliazione dei sindacati dell’Ucraina, l’assemblea ha espresso solidarietà e pieno sostegno alla popolazione, ai lavoratori e ai sindacati ucraini, vittime dell’aggressione, condotta in violazione del diritto internazionale, da parte della Federazione Russa. Nel ribadire il sostegno del movimento sindacale europeo ed internazionale al diritto del popolo e dei lavoratori ucraini all’autodeterminazione, alla integrità territoriale, alla difesa delle proprie famiglie e delle proprie case, il segretariato ha contemporaneamente sottolineato che lo stato di eccezione non può essere un pretesto per ridurre i diritti dei lavoratori e quelli sindacali, come purtroppo sta avvenendo, e che l’obiettivo fondamentale del movimento dei lavoratori è la ricerca della pace.

Il dibattito, intenso e partecipato, ha espresso il giudizio largamente positivo sulla attività svolta in questi due anni e sulle linee generali proposte dalla segreteria per la seconda metà del mandato congressuale. Numerosissimi gli interventi da parte dei sindacati affiliati - inclusi i contributi della Filctem Cgil -, che hanno rappresentato le condizioni dei diversi Paesi e dei lavoratori dei settori rappresentati, esprimendo unanime consenso sul documento strategico 2023-2025 che è stato adottato dal Comitato esecutivo assieme ad altri documenti di posizione su alcuni dei temi affrontati, che trovate nei link qui sotto e a cui vi rimandiamo per approfondire i diversi temi.

Secondo intervento di Lillo Oceano

Scarica i documenti

Articolo > Strategic Plan 2023-2025Documento IAE su politiche industriali europee > Documento IAE su mercato dell'elettricità > Documento IAE su Formzione >


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