Il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli, intervistato da ADNKronos, racconta lo stato d’avanzamento delle trattative per rinnovi dei contratti di lavoro.

Roma, 13 set. (Adnkronos/Labitalia)- Dal tessile e moda alla gomma-plastica, passando per la ceramica e l'occhialeria, per arrivare ai giocattoli e al calzaturiero. Settori chiave del manifatturiero e del made in Italy, i cui lavoratori sono in attesa del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Oltre quattrocento mila solo nel tessile-abbigliamento, più di 700mila considerando tutti i contratti del perimetro scaduti (tessile-moda; lavanderie industriali; pelli e succedanei; penne, spazzole e pennelli; calzaturiero; concia; giocattoli, gomma-plastica; ceramica-piastrelle). "Quando abbiamo iniziato la stagione contrattuale -racconta ad Adnkronos/Labitalia Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil- mano a mano che arrivavano a scadenza, abbiamo presentato le piattaforme per tempo per tutti i contratti, così come prevede la legge. Abbiamo rinnovato il contratto del chimico-farmaceutico, dell'elettrico. E ora dovremmo essere in dirittura d'arrivo per il settore della gomma-plastica mentre rimane aperto il contratto della ceramica, dove dobbiamo ancora cominciare la trattativa".

Nessuna novità invece per il contratto del tessile moda, scaduto lo scorso 31 marzo, e per il quale i sindacati nella loro piattaforma hanno richiesto un aumento salariale di 115 euro medi sui minimi tabellari per il triennio 2020-2023. "E' l'unico contratto in cui abbiamo ricevuto una lettera di non disponibilità al confronto da parte della controparte, Smi Confindustria. Il settore è indubbiamente in difficoltà, tra quelli che ha subito di più l'impatto del lockdown, si sono fermati i consumi. Ma questo non è una motivazione per non ragionare del rinnovo del contratto, anzi. Noi infatti abbiamo sempre sostenuto il contrario e le altre associazioni datoriali ci hanno seguito in questa affermazione", sottolinea Falcinelli rivendicando i contratti già rinnovati nel perimetro del sindacato.

Per il sindacalista "anche il rinnovo del contratto nazionale può diventare un vantaggio in questa situazione perché all'interno di esso si può provare a regolamentare quelle attività, quelle modifiche ed esigenze di flessibilità che servono a fare ripartire le imprese. Quindi il no dello Smi, Sistema Moda Italia è per noi immotivato", sottolinea ancora Falcinelli.

E per il sindacato c'è il "forte timore che sia un no più politico che legato piuttosto alle condizioni attuali del settore. Le obiezioni che lo Smi solleva rispetto alle possibilità di aprire la trattativa sono le stesse che in questi giorni Confindustria sta dichiarando attraverso gli interventi del suo vicepresidente Stirpe e cioè che la piattaforma da noi presentata non rientra nei parametri del Patto per la fabbrica e così via. Ma noi contestiamo questo perché con le stesse modalità abbiamo presentato le piattaforme in tutti gli altri contratti e li abbiamo rinnovati. Se ci fosse stato il problema sarebbe stato fatto notare dalle altre organizzazioni datoriali", attacca ancora Falcinelli.

"Insisteremo -aggiunge ancora Falcinelli- per l'apertura del tavolo, siamo assolutamente convinti che le nostre piattaforme siano legittime e che rispettano le regole del patto per la fabbrica che concede un'autonomia alle categorie per determinare le piattaforme rispettando le prassi consolidate. Il tema vero è che nessun accordo confederale potrà porre un limite all'autonomia delle singole categorie nel rinnovare i contratti. Se la federazione dello Smi continuerà a mantenere questa posizione è chiaro che in termini unitari dovremo passare a momenti di mobilitazione. Non vedo alternativa", conclude.

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