Situazione sempre più problematica: la Sardegna non paghi due volte l’assenza del gas.
“Ancora una volta ci troviamo ad affrontare la questione relativa alla vertenza caro energia che riguarda la Portovesme S.r.l. L'azienda metallurgica che da tempo attende la convocazione del tavolo regionale per affrontare la questione. Purtroppo, a oggi, ancora non c'è una data per affrontare il problema”. Così il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli, e il segretario generale della Filctem Cgil Sardegna, Francesco Garau.

“Allo stato attuale – proseguono -, fra le soluzioni prospettate, l’unica che ormai appare avviata è quella dell’Energy release, la cui fruibilità ed efficacia, però, è fortemente legata al contenuto dei provvedimenti di attuazione. È necessario che questi provvedimenti si muovano nell’ottica di un calmieramento dei prezzi (50 Euro/MWh per un periodo di 3 anni), allocazione prioritaria, di una potenza di 2 TWh alle aziende interrompibili sarde e siciliane e altri aspetti non secondari”.

“Inoltre – fanno notare i due segretari generali -, le aziende che operano in Sardegna devono fare i conti con l’impossibilità di accedere, in maniera diretta, al mercato del gas naturale. Al contrario delle aziende della penisola che tra interconnector e provvedimenti di altro tipo beneficiano di sgravi di circa 60 milioni di euro all’anno per un’azienda delle dimensioni e consumi della Portovesme S.r.l. È necessario un preciso impegno istituzionale affinché, nelle Regioni in cui l’accesso diretto al mercato del gas naturale risulta impossibile, le disposizioni di legge riferite al gas naturale si potessero estendere all'acquisto di prodotti alternativi”.

“La situazione è talmente seria e grave che impone una partecipazione e un intervento autorevole della Giunta Regionale nei confronti del Governo nazionale. Per questo motivo riteniamo sia indispensabile che il Presidente della Regione Sardegna Solinas convochi entro la prossima settimana le parti sociali e l'azienda, per illustrare le misure che intende mettere in campo di concerto con il Governo. Il tempo scorre e non è pensabile che si possa rimanere inermi aspettando che tutti i 1500 lavoratori diretti e indiretti possano essere collocati in Cassa Integrazione. Come organizzazioni sindacali, in assenza di riscontri, siamo pronti a intensificare la mobilitazione”: hanno concluso Falcinelli e Garau.

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