L’incontro tenutosi ieri al MIMIT è stato convocato per discutere della vendita della raffineria ISAB di Priolo (Siracusa), dove il Ministro Urso ha ripercorso la vicenda e dato lettura delle prescrizioni contenute nel DPCM, tra cui la rendicontazione semestrale dei piani aziendali, riaffermando la risolutezza ed il monitoraggio continuo del suo Ministero.

Il Ministero non ha fornito risposte definite rispetto alle questioni che attengono soprattutto alla non risolta problematica degli scarichi dei reflui, agli investimenti nel breve termine per assicurare la piena operatività degli impianti, agli investimenti che devono traguardare la transizione ecologica ed energetica per consolidare il sito ed anche alla tutela occupazionale per i prossimi cinque anni che riteniamo insufficienti a garantire gli addetti diretti ed indiretti che insistono nel territorio.

Il Presidente del nuovo CDA di ISAB S.r.l. - spiegano i rappresentanti della Cgil e della Filctem nazionale in un comunicato sindacale - ha dichiarato la volontà di sviluppo degli asset industriali della raffineria e che nei prossimi mesi sarà presentato il piano industriale che sarà supportato e certificato da soggetti esterni al gruppo, partendo dalla revisione dei progetti di investimento di Lukoil. Il Presidente si è dichiarato ottimista in quanto ISAB ha dimostrato di essere un’azienda solida e in salute, affermando altresì che gli investimenti in chiave green, con l’abbattimento delle emissioni, consentiranno di consolidare la sostenibilità ambientale ma anche di abbattere i costi per i certificati ETS, che in ogni caso si prevedono in aumento nell’ordine di duecento milioni di euro che incideranno sui costi di gestione. Allo stesso tempo ha annunciato di tenere il prossimo CDA nella prima decade di giugno in raffineria”.

Riteniamo che il passaggio istituzionale odierno - prosegue la nota - è da considerarsi un primo passo a cui si deve dare seguito in tempi brevissimi, per una più chiara e certa prospettiva industriale. Abbiamo posto questioni urgenti sulle quali bisogna agire immediatamente che riguardano la posizione relativa allo scarico dei reflui, la continuità delle attività di manutenzione per mantenere standard ancora più elevati di sicurezza e di sostenibilità Ambientale, il rinnovo dei contratti di appalto che devono tenere conto della responsabilità e sostenibilità sociale che l’azienda deve avere nei confronti del territorio e dei Lavoratori dell’indotto.

La nostra condizionata soddisfazione per l’interessamento tempestivo del Governo - insistono i sindacati - non può essere interpretata come rassegnazione nell’accettazione di qualsiasi progetto industriale, il petrolchimico è da considerarsi per intero sito strategico di interesse nazionale ed europeo, oggi è ancor di più domani, ha le potenzialità per cogliere le opportunità che offre la transizione ecologica ed energetica. Non sarebbero sufficienti i potenziali promessi investimenti di ISAB, per evitare che, un piano industriale non all’altezza della sfida su prodotto, modalità e tempistiche se non calato nel contesto dell’intera area industriale, possano trasformare il tavolo di monitoraggio istituito presso il MIMIT in tavolo di crisi”. 

È necessario attivare con urgenza un tavolo territoriale permanente che veda la partecipazione della nuova proprietà, delle Istituzioni locali, delle parti sociali, delle imprese, dell’Autorità Portuale, del Commissario per la ZES per sostenere e governare tutto il processo di transizione e riqualificazione industriale, con investimenti pubblici e privati certi e con tempistiche garantite”: conclude la nota sindacale.

Nota sindacale


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