La proroga fino al 31 dicembre 2022, approvata con il decreto semplificazioni è il frutto della lotta di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, con il proprio impegno e la propria tenacia, hanno fatto sentire la propria voce anche a chi non è abituato ad ascoltare le richieste che provengono dai luoghi di lavoro.

Ci sono volute migliaia di iniziative, interpellanze, presidi, opere di convincimento e, soprattutto, ore di sciopero per ottenere questo risultato che è tutto merito dei lavoratori che lo hanno conquistato, ma anche largamente insufficiente.

La politica non ha avuto il coraggio di prendere una decisione definitiva, ora attendiamo con fiducia la sentenza della Corte costituzionale che sarà chiamata ad esprimersi sul tema con l’auspicio che colmi le lacune della politica.

C’è di mezzo - scrivono i sindacati in una nota - il futuro di 150 mila lavoratori, la garanzia della continuità dei servizi pubblici essenziali per tutti i cittadini italiani mettendo a rischio tutti gli investimenti già effettuati e quelli messi a budget nei vari settori per la transizione energetica.

L’articolo 177 del codice degli appalti, per come è stato pensato, scritto e interpretato, va cancellato per sempre.

I lavoratori del settore elettrico, di quello del gas e di quello ambientale devono poter continuare a svolgere il proprio servizio, che è indispensabile per la qualità della vita di milioni di cittadini italiani, nella dovuta serenità e con la necessaria concentrazione e non sotto la costante spada di Damocle della disoccupazione.

Queste lavoratrici e questi lavoratori, tutte le volte che scioperano, rinunciano a quote importanti di salario, continuando però, con grande senso di responsabilità, a garantire l’erogazione di tutti i servizi a ciascuna famiglia, impresa, esercizio, ufficio o ospedale di questo Paese.

Paradossalmente l’attendismo di tutte le forze politiche mette a rischio gli stessi servizi essenziali che i lavoratori continuano a garantire anche quando scioperano.

Continueremo insieme ai lavoratori con le nostre iniziative per sensibilizzare il parlamento e l’opinione pubblica sull’argomento, il rinvio purtroppo non fornisce le risposte che i lavoratori attendevano e non risolve definitivamente il problema che da anni stiamo sollevando

Comunicato Filctem, Femca, Flaei, Uiltec  Le foto della manifestazione del 30 giugno

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