Lunedi 23 febbraio Terna ha ufficializzato i risultati dell’asta per l’anno 2024 per il capacity market. Ricordiamo che il capacity market è il meccanismo attraverso il quale Terna acquista capacità attraverso contratti di appalto a lungo termine aggiudicati tramite gara competitiva. Al bando indetto da Terna possono partecipare gli operatori delle unità produttive, programmabili e non programmabili (fonte Terna).
“Il quadro che ne scaturisce – scrivono i sindacati di settore Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil in un comunicato -, semmai ce ne fosse stato bisogno, aumenta la preoccupazione più volte espressa riguardante la giusta transizione promessa dalle Istituzioni che, se non seriamente governata, sarebbe stato molto meno “giusta”. Va inoltre sottolineato il comportamento ambiguo, di cui chiederemo conto, delle aziende che hanno importanti quote pubbliche.
Difatti – continuano -, la richiesta di nuova potenza elettrica regolabile (quella necessaria a gestire l’uscita dal carbone e dall’olio combustibile) al centro ed al sud del paese si è quasi completamente azzerata. Ciò rende semplicemente impercorribile la riconversione a tecnologie meno impattanti ambientalmente che i lavoratori di importanti impianti aspettavano con trepidazione (Brindisi, La Spezia, S. Filippo del Mela, Civitavecchia). Ancor più drammatica la situazione in Sardegna: i 500 MW di capacità regolabile sono stati assegnati tutti a sistemi di accumulo (batterie). In attesa di capire dove saranno fabbricate, dove saranno sostituite e come verranno ricaricate, rimane un problema di non facile soluzione: come ricollocare i lavoratori di Porto Vesme e Fiume Santo (diretti e indiretti) che dovranno continuare a garantire la produzione fino al 2026/2027, senza sapere cosa gli accadrà una volta terminata la fase a carbone.
La gestione schizofrenica di questa transizione energetica – insistono - dove ogni soggetto istituzionale, politico o industriale agisce senza tener conto del quadro di insieme, con fughe opportunistiche in avanti, ritardi autorizzativi, penuria di materie prime, ha già provocato non pochi danni, basti pensare all’aumento delle tariffe e al costo complessivo che ciò provocherà. Ad ulteriori danni ci toccherà ancora assistere, se non si cambierà il modo di agire.
Serve un’azione sinergica di regia della transizione per contrastare le leggi di mercato, come evidenziato dal sindacato nel corso degli stati generali dell’energia dello scorso novembre.
Occorrono risposte sistemiche: le imprese del settore, le istituzioni, il Governo e l’Autorità devono lavorare di comune accordo. Non si affronta un cambiamento di tale portata abbandonandolo alle leggi di mercato, alle pulsioni elettorali e propagandistiche e alle speculazioni finanziarie.
Così il mondo non lo si salva: ogni azienda che sarà costretta a chiudere in questo paese produrrà lo spostamento di quelle produzioni in paesi dove, per unità di prodotto, si inquina molto di più-
Per quanto ci riguarda non staremo a guardare. Nei prossimi giorni invieremo una richiesta di incontro urgente al Ministro Cingolani, per rappresentare la nostra preoccupazione. Dalle aste della capacità alla accelerazione delle rinnovabili, dai dubbi sulle concessioni alle liberalizzazioni dei mercati, si rischia un tracollo di un settore strategico per la nazione.
Questo settore, a partire dal rinnovo contrattuale, dovrà fornire risposte solidaristiche in grado di affrontare questa fase straordinaria. Il paradosso che non possiamo accettare è assistere alla perdita di posti di lavoro in un settore che dovrà triplicare la produzione e la distribuzione di energia elettrica nei prossimi anni. Tutte le lavoratrici e i lavoratori del Settore elettrico devono sostenere attivamente il Sindacato per evitare scenari drammatici a cui, sembra, ci stiamo avviando”. Così conclude il comunicato sindacale.