I segretari generali di Filctem Cgi, Femca Cisl, Uiltec Uil, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Daniela Piras, scrivono al ministro Urso per un incontro al MIMIT

Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil esprimono forte preoccupazione per le notizie in merito alla approvazione di un emendamento che di fatto eliminerebbe la responsabilità organizzativa e gestionale delle imprese committenti nei confronti delle irregolarità eventualmente commesse dalle aziende della filiera compresi i casi di sfruttamento, lavoro nero, non rispetto delle norme sulla salute e sicurezza. Siamo di fronte a un arretramento grave e incomprensibile rispetto a un percorso di legalità e trasparenza che, come parti sociali, abbiamo costruito e sostenuto nel tempo anche insieme alle istituzioni.

Solo pochi giorni fa abbiamo appreso di un tavolo tra il Ministero del Made in Italy e le associazioni datoriali, da cui i sindacati sono stati esclusi: se la direzione intrapresa è questa, comprendiamo ora il perché. Ma vogliamo ribadire con chiarezza che non si può pensare di combattere il lavoro nero e lo sfruttamento tagliando fuori chi rappresenta i lavoratori e indebolendo i presidi di legalità.

La responsabilità dei committenti per omessi o insufficienti controlli rappresenta uno strumento essenziale per garantire il rispetto dei contratti, delle leggi e della dignità del lavoro lungo tutta la filiera, e costituisce un pilastro anche della normativa europea e delle direttive sulla responsabilità sociale d’impresa.

Riteniamo pertanto indispensabile un incontro urgente con il Ministero del Made in Italy, per avere spiegazioni su questa scelta e chiarire le motivazioni di una modifica che va in direzione opposta alla lotta all’illegalità nelle filiere produttive.

 Il rilancio del made in Italy non può avvenire indebolendo i controlli o riducendo le tutele, ma deve essere portato avanti con fermezza attraverso politiche industriali serie e condivise che valorizzino le imprese sane e il lavoro regolare.

Non si può separare il concetto di made in Italy da quello di giustizia sociale: la qualità di un prodotto si misura anche nel rispetto del lavoro che lo crea.

Comunicato unitario Filctem, Femca, Uiltec

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